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Il laser in odontoiatria

Dott.ssa Simona Broggini

 

La tecnologia laser applicata all’odontoiatria suscita molta curiosità, ma l’informazione a tal proposito è spesso lacunosa o fuorviante. Cerchiamo di chiarire come e perché queste nuove tecnologie possono migliorare la qualità delle cure odontoiatriche.

Che cos’è il laser? Una breve nota di fisica:

"Laser"è l'acronimo dell'inglese  "light amplification by stimulated emission of radiation"(amplificazione di luce mediante emissione stimolata di radiazione).

Il laser è un dispositivo in grado di emettere un fascio di luce sotto forma di fotoni che hanno lunghezze d’onda caratteristiche. I fotoni che realizzano la luce laser, in genere utilizzata in modo pulsato, vengono emessi da una sostanza chiamata elemento attivo la quale, stimolata da una fonte energetica esterna, genera la cascata fotonica. La luce così prodotta è unidirezionale, coerente (cioè ogni fotone ha la stessa fase del fotone che ha indotto l'emissione e la mantiene nello spazio e nel tempo), monocromatica e, con alcune eccezioni, concentrata in un raggio rettilineo estremamente collimato. Inoltre la luminosità (altrimenti detta brillanza, ossia la quantità di energia emessa derivata dal numero di fotoni per unità di frequenza) è elevatissima a paragone di quella delle sorgenti luminose tradizionali. Queste proprietà sono alla base del vasto ventaglio di applicazioni che i dispositivi laser hanno avuto e continuano ad avere nei campi più disparati.

In odontoiatria per l’effetto biostimolante, antinfiammatorio, antiedemigeno ed antalgico, le applicazioni del laser sono molteplici: escissioni chirurgiche di neoformazioni, taglio e resezione di tessuti molli con effetto emostatico, analgesia, trattamento di tasche parodontali, endodonzia, conservativa, pedodonzia, implantologia (trattamento perimplantiti), desensibilizzazione di colletti ipersensibili etc.

 

Tipogie di laser

 

Le tipologie di laser oggi presenti in commercio si distinguono per le caratteristiche degli elementi attivi che, stimolati emettono energia e per la loro affinità per i tessuti sui quali questa energia andrà ad interagire. In particolare si utilizzano elementi in forma solida (erbio, neodimio-yag), gassosi (anidride carbonica, argon) e semiconduttori (laser a diodi). Le differenze principali riguardano i campi di applicazione di questi strumenti, in quanto alcuni hanno un’azione più superficiale e vengono utilizzati prevalentemente sui tessuti molli, altri invece presentano una maggior profondità di penetrazione e sono applicati con successo anche sui tessuti duri.

Lo studio del dott. Calzavara ha in dotazione un’apparecchiatura del tipo Nd:YAG (neodimio:YAG): è un laser a stato solido che sfrutta come elemento attivo un cristallo di ittrio e alluminio (YAGdrogato al neodimio. È un laser che permette un ampio spettro di azione; emette luce con lunghezza d'onda di 1064 nm, nello spettro dell'infrarosso, e ha una profondità di penetrazione nei tessuti maggiore di quella di altri laser per uso odontoiatrico. Altre caratteristiche di questo tipo di laser sono la scarsa affinità per l’acqua e l’azione mirata a livello dei vasi sanguigni con effetto emostatico. La luce viene emessa in forma super pulsata per ridurre il senso di fastidio che l’applicazione sui tessuti potrebbe indurre.


Perchè usare il laser in odontoiatria

 
L’utilizzo del laser è assolutamente sicuro, minimamente invasivo ed efficace.
Le radiazioni ad infrarossi emesse dal laser al Nd:YAG non sono radiazioni ionizzanti, pertanto non interferiscono in alcun modo con la materia e possono essere applicate senza alcun problema a pazienti di ogni età.
I vantaggi dell’impiego del laser nelle procedure odontoiatriche possono essere così riassunti:

 

1.Azione biostimolante sui tessuti (stimola ed accelera i     processi di guarigione)

2.Azione battericida ed antisettica

3.Azione antinfiammatoria

4.Azione antiedemigena (riduzione del gonfiore e delle complicanze post-operatorie)

5.Azione emostatica (riduzione del sanguinamento delle ferite chirurgiche)

6.Azione di vetrificazione dello smalto e della dentina, preventiva rispetto alla carie dei solchi (profilassi eseguita mediante sigillature)

7.Riduzione del dolore intraoperatorio mediante procedure atraumatiche (assenza di vibrazioni, di pressione, di rumore) con conseguente miglioramento della collaborazione da parte del paziente.

 
Alcune di queste funzioni consentono procedure più sicure rispetto le tecniche convenzionali soprattutto verso pazienti in trattamento con farmaci anticoagulanti per i quali non è necessaria la sospensione o che richiedano profilassi antibiotica, opportunamente sostituita con le procedure battericide laser mediate.

L’insieme di queste azioni rende il laser al Nd:YAG molto efficace nei trattamenti parodontali.

 

Il laser in pedodonzia: le sigillature


La carie che più frequentemente colpisce la dentatura permanente nelle fasi iniziali del periodo di permuta riguarda i solchi dei primi molari permanenti, che sono i primi denti della serie permanente ad erompere in arcata all’età di 6 anni circa e sono, conseguentemente, anche i primi a sviluppare processi cariosi. Tale tipologia di carie è particolarmente insidiosa in quanto, clinicamente, è spesso caratterizzata da smalto occlusale apparentemente intatto, sotto al quale si nasconde una più o meno ampia lesione della dentina. L’attuale modello della carie del solco prevede quindi un tappo organico che occlude il solco associato alla presenza di smalto ipocalcificato o decalcificato sottostante, attraverso il quale possono percolare gli acidi. Il fallimento del tappo organico porta alla colonizzazione batterica del fondo del solco e alla seguente decalcificazione dei tessuti duri sottostanti (dentina) fino alla formazione della carie dentinale. La progressione della carie dentinale, peraltro, è rapida in quanto la struttura di questo tessuto, caratterizzata dalla presenza di tubuli dentinali in diretta comunicazione con la polpa dentale, favorisce l’avanzamento delle colonie batteriche e dei prodotti del loro metabolismo verso l’endodonto (parte interna del dente). Anche una ipocalcificazione congenita dello smalto (macchie bianche), che risulterà così più poroso, può portare alla formazione di una carie della dentina.

Per evitare che si verifichino simili evenienze risulta utile sottoporre i piccoli pazienti ad una procedura di sigillatura dei solchi, realizzata mediante l’utilizzo del laser Nd:YAG, applicando la sonda su tutti i solchi che devono essere sigillati con l’interposizione di un gel fluorato che coadiuva l’azione del laser con un effetto di rinforzo della struttura cristallina dello smalto e con un potenziamento dell’azione carioprotettiva. L’effetto ottenuto mediante l’applicazione del laser sulle superfici dentali interessate dalla sigillatura è rappresentato da una fusione (vetrificazione) e conseguente occlusione dei tubuli dentinali associata alla formazione di una superficie compatta e liscia al fondo dei solchi. Questa nuova superficie contrasta l’aggregazione batterica responsabile dell’innesco del processo di decalcificazione dello smalto e di progressione della lesione cariosa.

 La tecnica si avvale dell’applicazione del puntale laser ad una distanza di 1-1,5 mm dalle superfici da trattare per 30-60 secondi. La procedura viene ripetuta fino a 3 volte per dente nella stessa seduta.
 

Il principale vantaggio della sigillatura effettuata con il laser rispetto a quella tradizionale realizzata con resina consiste nell’eliminazione del rischio di possibile infiltrazione batterica tra il film di resina depositato nei solchi dentali e le strutture cristalline dello smalto stesso, soprattutto laddove sia presente smalto poroso o parzialmente decalcificato, non adatto a formare un legame efficace con la resina.

La procedura non è affatto invasiva ed il laser offre il vantaggio di una azione desensibilizzante che consente l’applicazione senza anestesia.


Applicazioni cliniche del Laser: La malattia parodontale (piorrea)


La parodontopatia (infiammazione dei tessuti gengivali, sanguinamento) e la recessione del supporto osseo delle arcate dentarie, costituisce il primo passo che porta alla Malattia Parodontale, nota come “Piorrea”. La manifestazione di questi segni impone una valutazione clinica approfondita ed integrata con esami strumentali che consentano di indagare anche gli aspetti funzionali del sistema masticatorio.
Lo studio del sistema evidenzierà i molteplici fattori causali che, negli anni, hanno determinato fenomeni di usura che raramente possono essere attribuiti ad una unica causa come la carenza di manutenzione o la predisposizione costituzionale.

La presenza di tasche parodontali costituisce fattore di selezione per specie batteriche anaerobie  responsabili di ulteriori danni che determineranno un progressivo aggravamento della malattia parodontale fino a diventarne il fattore patogenetico principale.

Da qui l’efficacia del Laser per decontaminare le tasche parodontali eventualmente implementato localmente dall'impiego di Ozono o Salicilati e vitamina C, per modificarne l’ecosistema a danno dei batteri anaerobi con un ulteriore effetto di stimolazione sulla rigenerazione dell’epitelio sulculare.
Terapie farmacologiche antibiotiche o antifungine impiegate per via sistemica, e collutori locali, difficilmente riescono a mantenere un livello di efficacia terapeutica nel tempo, alterando l’ecosistema della flora batterica, pertanto il loro impiego deve essere limitato esclusivamente al trattamento di una stomatite acuta.
Il laser impiegato nel nostro studio è al Neodimio Yag pulsato, che consente un dosaggio maggiore di energia rispetto le altre sorgenti Laser senza danni per i tessuti.
Il Laser nel trattamento della malattia parodontale consente di conseguire risultati sovrapponibili a quelli ottenuti con più invasivi interventi chirurgici parodontali a cielo aperto.


Trattamento della malattia parodontale con il Laser



Il protocollo impostato nel nostro studio è così articolato:

 
1.  Seduta di igiene preliminare con ultrasuoni per rimuovere le concrezioni calcaree più grossolane e superficiali.
2.  Compilazione della cartella parodontale per misurare le tasche parodontali presenti per poterle monitorizzare nel tempo.
3.  Interventi successivi di levigatura delle emergenze radicolari, eventualmente in anestesia locale, con il controllo di sistemi di magnificazione ottica (microscopio) per rimuovere la placca batterica dalle superfici radicolari ed il tessuto necrotico dalle pareti interne delle tasche non accessibili.
4.  Trattamento delle tasche particolarmente  profonde e refrattarie alle terapie iniziali con laser con il supporto di irrigazioni con Olio Essenziale Ozonizzato, alternato a Salicilati ed Ascorbato di Potassio (Vitamina C).
5.  Verifica della cartella parodontale per misurare le tasche parodontali dopo il trattamento ed ulteriori rilievi fotografici per identificare le zone residue di rischio parodontale.
6.  Lezione di igiene orale e di motivazione per consentire al paziente di migliorare la gestione della manutenzione domiciliare; scelta ed istruzione all’uso dei mezzi più idonei al mantenimento della salute parodontale.
7.  Supporto dietetico con l'indicazione di itegratori mirati al miglioramento del trofismo parodontale.

8.  Programma di mantenimento periodico da parte dello studio in funzione della gravità dello stato parodontale e della capacità individuale di intervenire con la manutenzione domiciliare.
 
Se gli interventi conservativi programmati non dovessero rivelarsi risolutivi, si approfondirà l’analisi del sistema masticatorio per inquadrare altri fattori causali la malattia parodontale.

Le ultime ricerche sulla eziopatogenesi della malattia parodontale, pur riconoscendone l’importanza, hanno ridimensionato il ruolo della placca batterica come fattore patogenetico esclusivo.
Fattori dietetici ed ambientali, oltre alla gestione dello stress, sono fattori da tenere in attenta considerazione.
L'impiego del Laser risulta particolarmente efficace nei pazienti che assumono terapie anticoagulanti per problemi di carattere cardio vascolare, dove si dovrebbe rendere necessaria la sospensione della terapia e l'impostazione di un protocollo di profilassi antibiotica.

l'impiego del laser consente la decontaminazione iniziale della tasca riducendo pertanto il rischio di indurre una batteriemia.

l'effetto antidolorifico del laser stesso consente per lo più di non dove ricorrere all'anestesia.

L'azione biostimolante sui tessuti (fibroblasti e collagene) renderà più rapida la guarigione aiutando la realizzazione di un nuovo attacco parodontale.